Il mestiere dell’agroecologa

Vi sarete chiestə cosa significhi che sono un’agroecologa e in cosa consiste il mestiere dell’agroecologa.

Agroecologa è il mestiere di chi pratica l’agroecologia, che è la scienza che studia il funzionamento e l’efficientamento degli ecosistemi agrari con un approccio e una metodologia ecologica, ovvero partendo presupposto che in campagna, sulle superfici normalmente deputate alla produzione (‘superfici agricole utilizzate’, SAU) per ottenere delle produzioni (il raccolto) da organismi viventi coltivati appositamente (le piante addomesticate come, ad esempio, il riso, il frumento, gli ortaggi, il melo ecc.) esistano interazioni tra le piante e tutti i fattori chimico-fisici e biologici che agiscono nel medesimo campo e che possono determinare un complessivo effetto positivo, neutro o negativo sulle produzioni.

Il mestiere dell’agroecologa

La gioia di un lavoro tecnico in campo passa soprattutto attraverso la condivisione con le persone e il lavoro di squadra

Esempi molto semplici di queste interazioni e delle loro conseguenze sono i funghi (fattore biologico=vivente), microorganismi del terreno che possono stabilire delle alleanze a scopo di vicendevole aiuto con le piante (micorrize) o possono attaccarle, nuocere loro e provocare delle perdite di raccolto (organismi terricoli pericolosi), oppure il vento (fattore fisico) che, se troppo intenso, può causare dei danni, spezzando o piegando i fusti delle piante, oppure, in alcuni casi, può determinare l’asciugatura veloce della superficie fogliare rendendo le colture meno suscettibili all’attacco di determinate malattie batteriche o fungine che normalmente si avvantaggiano di condizioni di umidità.

Sostanzialmente il campo e la produzione in agroecologia è concepita come il risultato di tutte le centinaia se non addirittura migliaia di interazioni (visibili o invisibili ai nostri occhi) tra le variabili fisiche (temperatura, piovosità, ventilazione, intensità luminosa ecc.), chimiche (salinità, pH, concentrazione dei nutrienti, conducibilità ecc.) e biologiche (presenza di parassiti, pressione della fauna selvatica, microfauna abbondante e diversificata del terreno, presenza di insetti antagonisti di insetti dannosi ecc.), con la regia imprescindibile di chi sceglie di coltivare, che decide quali input introdurre nel sistema agricolo e controlla, in parte o del tutto, determinate variabili: quale varietà coltivare, come, quando e se intervenire per controllare attacchi di organismi dannosi, quali, quanti e come distribuire nutrienti alla coltivazione, come favorire la biodiversità del terreno e dell’ambiente, e così via.

Il mestiere dell'agroecologa
Il mestiere dell’agroecologa

Ovatura dell’insetto utile Chrysopa perla (predatrice allo stadio larvale) deposta su foglia di cavolo cappuccio: le piccole singole uova verdi sono caratteristicamente appese a un sottile filamento che le ancora alla vegetazione

Si dice che l’agroecologia sia la fusione tra l’agronomia, la scienza che studia come produrre sempre di più e meglio in termini di resa (quantità di prodotto ottenuta), ma anche di ricavi (quanto viene ottenuto economicamente dalla vendita della produzione), ottimizzando i mezzi tecnici (input alla produzione, biostimolanti, concimi, antiparassitari, barriere fisiche ecc.) e l’uso delle attrezzature (controllo dei costi) e l’ecologia, ovvero la scienza che indaga le interazioni tra i vari comparti della terra (matrici), ossia litosfera, atmosfera, idrosfera e la biosfera, ossia l’insieme degli organismi viventi. Se l’oggetto dello studio di quest’ultima è l’ecosistema, l’oggetto dello studio dell’agroecologia è l’agroecosistema, che è un sistema artificiale, nel senso che è, in parte, costruito e, in parte, controllato dall’uomo ma costituito di elementi naturali fisici, chimici e biologici dati dal luogo dove si decide di coltivare, parzialmente introdotti da colei/colui che coltiva, che funzionano però secondo dinamiche proprie dell’ecologia, ossia secondo le regole della natura.

Il mestiere dell’agroecologa

Campo a ortaggi misti da foglia (biete, lattughe, cappucci, cicoria ecc.) nella stagione primaverile in azienda agricola ricca di infrastrutture ecologiche (siepi miste e boschetti)

Perciò come agroecologa cosa faccio di pratico? Fornisco un supporto tecnico concreto al regista della produzione (la contadina/il contadino) nello stabilire quali insieme di elementi introdurre nel sistema o come modificare l’agroecosistema per ottenere un determinato effetto desiderato. In sostanza aiuto le mie clienti/i miei clienti nel decidere cosa, quanto, dove coltivare, quali varietà sono più adatte di altre per l’ambiente del loro contesto geografico e socioeconomico, cosa vale la pena produrre, quali fertilizzanti organici naturali e rigenerativi utilizzare, come produrli o reperirli, come distribuirli, in quali quantità e con quali modalità, come organizzare fisicamente gli spazi di produzione e come preservare la fertilità del suolo nel tempo o farla, addirittura, aumentare, decidendo come effettuare le rotazioni nel tempo e nello spazio. Effettuo assieme a loro periodici monitoraggi delle colture per seguire l’andamento colturale nel tempo, dalla semina fino al raccolto, al fine di stabilire come controllare la crescita indesiderata di flora spontanea, se ci sono organismi dannosi che possono minacciare le coltivazioni, se è il caso di intervenire direttamente oppure se è già in atto un controllo spontaneo in campo, oppure, ancora, se si possono introdurre degli organismi utili a tale scopo (lancio di organismi antagonisti, ‘lotta biologica’), se ci sono carenze nutrizionali e come colmarle, se è il momento di raccogliere o se bisogna aspettare ancora qualche tempo, se vi è necessità di irrigare ecc.

Progetto la biodiversità dell’agroecosistema, ossia la costruzione delle infrastrutture ecologiche, che, in campagna, sono l’analogo delle vie di comunicazione antropiche come le autostrade, le ferrovie e i ponti, ma sono materialmente costituite da organismi vegetali viventi e progettate per altri organismi viventi come gli uccelli, i mammiferi, gli insetti ecc. Sono in grado di aiutarti a ricostruire quel meraviglioso mosaico del tipico paesaggio agrario tradizionale costituito da siepi, boschetti, stagni, laghetti e prati.